Le Ventarole: un nome che richiama l’architettura antica e la tradizione contadina, il vino e le cantine di Ischia. Un luogo dove la storia si fonde con la buona cucina e la cura dei dettagli.
(dal sito web del Ristorante)
Sabato sera siamo usciti con la voglia di una buona carne alla brace. Un’amica ci ha suggerito un ristorante tra Lacco Ameno e Forio che in tanti anni (lo confessiamo) era sfuggito al nostro girovagare culinario. In effetti, il locale ha una buona fama sull’isola d’Ischia ed anche tra i turisti ha suscitato un discreto interesse: tradizione e buona cucina, sulla carta un binomio vincente. Quale migliore occasione per andare a scoprirlo di persona, ora poi che il nostro sito ha anche la sua bella rubrica di recensioni che va riempita di contenuti? 🙂
E allora, la prima impressione è stata più che positiva. L’enorme spazio ricavato dalla ultra centenaria cantina, ristrutturata con intelligenza (senza inutili e dannosi stravolgimenti) è un bel colpo d’occhio. Gli elementi del passato sono ben conservati e valorizzati (le botti, le scale appese alle pareti in mattoni di tufo, il torchio, le ventarole). Ma anche gli esterni sono ben curati, con la grande brace accesa a far da protagonista, i tavolini disposti all’aperto per la stagione calda, e, tutt’intorno, il verde dei limoneti e dei vigneti, gli odori dell’orto, la natura silenziosa.
Ci hanno fatti accomodare proprio nella cantina, dove ci sono state servite per cominciare due squisite bruschette, una ai pomodorini e l’altra ai fagioli, preparate con il pane della casa (soffice, buono).
Prima della carne, non potevamo non provare la famosa (è il caso di dire, grazie al veloce passaparola) pasta alla genovese, piatto tipico della tradizione campana che, dobbiamo dire, non sempre altrove sull’isola abbiamo trovato all’altezza: qui era semplicemente superba.
Carne di manzo buona, tenera, ma non superlativa. Ottime invece le salsicce. Confermiamo le critiche sui prezzi, sentite e lette in giro, e, in particolare, ci sono apparsi eccessivi 20 € per mezza tagliata (in sostanza, 7 o 8 mini straccetti di carne).
Buoni i peperoni di contorno (ordinati a parte).
Per un locale ricavato da una antica cantina, ci saremmo aspettati un’attenzione maggiore sul lato enoteca. La carta dei vini, invece, era piuttosto limitata.
Servizio essenziale, personale che ha badato al sodo, senza particolare partecipazione e trasporto.
Ci sentiamo tutto sommato di consigliarlo. Noi stessi ci torneremo, così da poter formulare un giudizio più completo, e magari per provare qualche altro primo. E’ nei piatti della tradizione che la cucina rustica e casereccia del ristorante sembra dare il meglio di sé.
- Il locale ricavato dall'antica cantina
- La genovese superba
- La brace a legna
- Il pane fresco
- La carta dei vini limitata
- I prezzi un po' alti
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